Corridoi umanitari

Il Progetto FRATELLI OLTRE IL MARE

Di che cosa si tratta?

Si tratta di un percorso di “accoglienza ed accompagnamento” fatto da un gruppo di persone e famiglie nei confronti di altre famiglie vulnerabili che vengono da paesi in gravi difficoltà (Afghanistan, Siria, Corno d’ Africa, Camerun …). Quelle che il Papa Francesco chiama le “guerre dimenticate” perché i mass-media non ne parlano, praticamente mai.

Il gruppo si assume il compito, anche economico, dell’accoglienza e dell’accompagnamento verso l’inserimento e l’autonomia.

Il progetto del corridoio umanitario ha come principali obiettivi:

  • evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato e continuano, tristemente, a provocare un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini;
  • impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre;
  • offrire una nuova opportunità di vita a famiglie/persone in “condizioni di vulnerabilità”;
  • offrire un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.

Come funzionano?

I corridoi umanitari sono frutto di un Protocollo d’intesa tra la CEI-Caritas Italiana, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e il Governo Italiano (Ministero degli Interni e degli Esteri).

Arrivati in Italia attraverso un corridoio umanitario, i profughi sono accolti e ospitati a spese del nostro gruppo di accoglienza in una casa.

Il progetto di accoglienza e accompagnamento prevede anche un percorso di apprendimento dell’italiano, l’iscrizione a scuola dei bambini e l’assistenza nello studio, l’integrazione nel nostro paese, a Torino, un aiuto per la ricerca di un lavoro, l’aiuto nello svolgimento delle pratiche per il permesso di soggiorno e i documenti conseguenti.

Per APPROFONDIRE

Come è finanziato
il progetto di accoglienza?

Il progetto “Fratelli oltre il mare” di accoglienza ed accompagnamento è totalmente autofinanziato dal gruppo che lo ha promosso.

È un programma di attività, condiviso con la famiglia di profughi, molto impegnativo per loro e per noi.

Ma…
Mettendosi insieme, l’accoglienza è possibile, anzi è umanamente arricchente, è creativa, è contagiosa.

Non si improvvisa, ma si progetta e sperimenta passo passo… 

Si costruisce insieme, nel rispetto e nell’ascolto delle persone.

Occorre essere preparati.

Una barca servita per il trasporto di rifugiati attraverso il Mediterraneo, abbandonata sulla spiaggia. Foto di <a href="https://unsplash.com/@kristofer2482?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Christopher Eden</a> on <a href="https://unsplash.com/s/photos/refugees-sea?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a>

Il cammino è iniziato.
Una prima famiglia ci è stata affidata ed è arrivata a Torino.

Se di fronte alle immagini terribili dei profughi che fuggono dalla guerra, bloccati e respinti, ammassati nei campi profughi ai confini della nostra Europa, ti sei chiesto “e io che posso fare?”
Il nostro progetto è una occasione per dimostrare che esistono scelte diverse dal respingimento e dall’indifferenza, anche tu puoi dare una mano e partecipare al progetto.

In che modo?

  • Dando amicizia
  • Dando assistenza economica una tantum o mensile per un periodo di 24 mesi fino all’autonomia
  • Dando un aiuto pratico per l’inserimento (documenti, organizzazione per le spese di mantenimento, per conoscere la città, per l’iscrizione dei figli a scuola, …)
  • Dando assistenza per imparare l’italiano
  • Dando collaborazione per trovare un lavoro.

Non ti voltare dall’altra parte:
puoi fare qualcosa anche tu!